Coprob adotta l’Italian Input List

Coprob, sostenibilità e qualità della filiera dello zucchero biologico italiano

La Cooperativa Coprob è la prima ed unica realtà agroindustriale ad aver sviluppato una filiera dello zucchero biologico 100% made in Italy. La Cooperativa, fondata nel 1962 a Minerbio (Bo), ha sposato da anni i valori della sostenibilità e dal 2017 ha avviato la filiera biologica della barbabietola.

La Cooperativa opera attraverso due stabilimenti, Minerbio (Bo) e Pontelongo (Pd), entrambi situati in importanti comprensori bieticoli, che concorrono ad approvvigionare gli zuccherifici a poche ore dalla raccolta. Dai due stabilimenti si ottiene il Nostrano Bio, il primo e unico zucchero grezzo estratto solo da barbabietole biologiche italiane.

Negli anni l’areale produttivo si è ampliato e attualmente la coltivazione di barbabietole biologiche ha raggiunto circa 2mila ettari, interessando sette regioni italiane, con Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Marche che vanno ad aggiungersi all’Emilia Romagna e al Veneto. Si è assistito ad una vera e propria rivoluzione che ha riportato la produzione di barbabietole anche in aree in cui era scomparsa. Sostenibile anche il packaging del primo zucchero bio 100% italiano, interamente compostabile, approvato anche da Legambiente.

La scelta del biologico è stata facilitata anche dal fatto che la coltura della barbabietola da zucchero riveste una grande importanza dal punto di vista agricolo e ambientale, poiché nutre il terreno e permette di migliorare la produttività delle colture successive, in particolar modo dei cereali. In questo modo contribuisce a contenere le erbe infestanti e a ridurre in modo naturale la comparsa di parassiti e di malattie, fornendo quindi una valida opportunità da inserire nelle rotazioni, che sono una pratica obbligatoria per i produttori biologici.

La scelta della Cooperativa è sempre stata quella di non limitarsi ai requisiti del biologico richiesti dai regolamenti europei e dalla normativa nazionale e ha sempre cercato di elevare la qualità e la sostenibilità delle proprie produzioni attraverso vari progetti, che nel corso degli anni hanno portato a:

  • riduzione del rame: nel 2022 sull’84% degli ettari bio conferiti non sono stati impiegati prodotti fitosanitari a base di rame, grazie anche all’impiego di varietà tolleranti alla cercospora;
  • riduzione dei consumi idrici: nel 2022 il 66% degli ettari bio conferiti non ha visto interventi irrigui;
  • sviluppo di un ammendante bio che permette il riuso delle calci dello zuccherificio come fertilizzante per le bietole biologiche;
  • sviluppo di una rete di monitoraggio dei principali fitofagi della bietola al fine di poter intervenire solo al superamento di livelli realmente critici di infestazione e nei momenti più efficaci, al fine di contenere l’impiego di insetticidi;
  • promozione della barbabietola bio autunnale nelle aree vocate, come risposta ai cambiamenti climatici, traendo beneficio dal risparmio di input esterni ed apporti idrici ed esaltandone la funzione protettiva del suolo quale cover crop;
  • rispetto degli impollinatori: in collaborazione col partner Conapi è stato avviato un progetto in difesa delle api che prevede l’inserimento nelle fasce di rispetto dei campi biologici, dei miscugli di specie mellifere per favorire la bottinatura dei pronubi, e per ridurre l’impiego di insetticidi sfruttando l’effetto “trappola” di alcune essenze nei confronti di altica ed afidi; Coprob inoltre non prevede neppure la richiesta di deroga per l’impiego su barbabietola delle piretrine naturali.
  • sviluppo della filiera del seme bio di barbabietola da zucchero, che quest’anno ha portato all’impiego del primo seme di bietola da zucchero certificato Bio;
  • sviluppo dell’agricoltura di precisione promuovendo l’impiego di robot a pannelli solari in grado di seminare e difendere meccanicamente la coltura dalle erbe spontanee sia tra le file che sulla fila.

 

Altro elemento di distinzione è stato quello di dotarsi di un sistema di autocontrollo, che parte da importanti attività quali la redazione di un Disciplinare di Coltivazione Biologica della Barbabietola da Zucchero, la redazione di bollettini periodici e la consulenza in campo dei tecnici agronomi Coprob.

Proprio i tecnici realizzano ripetuti check up presso soci e conferenti di barbabietole biologiche per valutare il rispetto dei requisiti del Disciplinare Coprob e della normativa biologica. Inoltre viene verificata la corretta gestione di particolari punti critici, quali i confini a rischio. Infine viene realizzato annualmente un importante piano di campionamenti che prevede l’analisi multiresiduale di foglie, terreno e radici per scongiurare l’impiego di prodotti fitosanitari non ammessi in bio.

Per rafforzare ulteriormente le azioni virtuose intraprese dalla Cooperativa e fornire un ulteriore strumento ai bieticoltori e tutelare il consumatore finale, Coprob ha deciso di promuovere l’Italian Input List, un database in evoluzione contenente una lista di prodotti utilizzabili in agricoltura biologica approvati e verificati.

Chi oggi produce in regime di biologico ha il grande problema di non avere un database ufficiale da poter consultare dove siano elencati tutti i prodotti autorizzati in agricoltura biologica. Ci sono infatti diversi livelli normativi a cui fare riferimento e sta all’agricoltore valutare se può utilizzare o meno un determinato prodotto.

Per aiutare i bieticoltori associati, Coprob ha deciso di adottare e promuovere l’Italian Input List (consultabile su Mezzitecnici.Bio). Si tratta di un elenco di mezzi tecnici, redatto da FiBL con il supporto dell’Advisory Board dell’Italian Input List, che è composto da rappresentanti di istituti di ricerca (Ibe-CnrCreaFondazione Edmund MachIambUniversità degli Studi di CagliariCentro di Sperimentazione LaimburgBiolandQCertificazioni).

 

Compito dell’Advisory Board è quello di definire e approvare in sintonia con FiBL criteri di valutazione specifici per la pubblicazione nell’Italian Input List, che tengano conto delle peculiarità e delle esigenze dell’agricoltura biologica italiana. Il frutto di questo studio è un elenco di input che l’agricoltore può utilizzare senza avere timore di sbagliare.

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